RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - «miserevoli manovre sotterranee per fermare me e il processo»

Genova, 1 agosto 2010

«miserevoli manovre sotterranee per fermare me e il processo»
parla il presidente della corte salvatore sinagra

«Hanno provato a fermare me e il processo con miserevoli manovre sott'acqua. Non ci sono riusciti e di questo ringrazio il Consiglio superiore della magistratura e la persona del ministro della Giustizia». Salvatore Sinagra, arrivato a Genova dal tribunale di Milano a novembre 2008, dosa le parole e soprattutto le pesa. Non parla spesso, considerando la toga che indossa, come presidente della Terza sezione della Corte di appello di Genova. Quando lo fa, però, lascia sempre il segno com'è capitato di fronte all'offensiva Brunetta contro il pubblico impiego e i giudici in particolare. Le sue esternazioni sulla distribuzione del personale tra i processi e i servizi amministrativi scossero il palazzo dalle fondamenta. Più recente la sua presa di posizione contro i colleghi che si erano messi in ferie nel giorno dello sciopero anti finanziaria. Seguita da polemiche a reazione. Ora la firma, insieme ai giudici Mazza Gallanti e Diomeda, di una sentenza, quella dell'Appello Diaz, senza precedenti. Sentenza che non commenta, come è buona norma per ogni giudice. Ma che porta con sé implicazioni difficili da non sondare.
È finito un lavoro davvero durissimo, per quanto si possa immaginare.
«Un processo che qualcuno ha voluto fermare senza riuscirci. E per questo devo ringraziare in particolare il Csm e il ministro. Era un sassolino che volevo togliermi dalla scarpa. Eccolo».
Allude alla questione della domanda di proroga del servizio presentata in ritardo?
«Proprio così. Qualcuno avrebbe preferito che, per quel motivo, andassi in pensione e il processo ricominciasse d'accapo. Non è andata come volevano. Ma i ringraziamenti non sono finiti».
A chi vuole rivolgerne altri?
«Certamente all'estensore della sentenza, il giudice relatore Giuseppe Diomeda. Ha completato l'opera quando era già in ferie perché qualcuno gli ha negato il permesso di posticiparle».
Sembra incredibile.
«Lo è. Si tratta di una scelta burocratica ottusa».
Altri grazie?
«Ringrazio la cancelleria, che ha svolto un lavoro eccezionale e mastodontico. Che non è ancora finito, tra l'altro, adesso che sono necessarie le notifiche a tutte le parti del processo. E poi ringrazio il foro genovese. Gli avvocati hanno seguito un processo così duro, esercitando un compito difficile con fermezza sì ma anche e soprattutto con lealtà. Si sono difesi nel processo e non dal processo».
G. Cet.